Si susseguono i colpi di scena nella vicenda, tanto intricata quanto di non facile soluzione, relativa alla possibile/probabile cessione dell’Inter. Proprio quando sembrava ormai sfumata la trattativa tra Suning e il fondo anglosassone BC Partners, è piombata all’improvviso la notizia della formulazione di un’offerta ufficiale da parte del fondo inglese volta ad acquisire la maggioranza assoluta delle azioni del club nerazzurro.
L’indiscrezione, iniziata a circolare già nella tarda serata di ieri, ha trovato conferma oggi sulle pagine de il Sole 24 Ore; il principale quotidiano economico-finanziario racconta nel dettaglio i termini della proposta avanzata da BC Partners e finita sul tavolo del patron di Suning, Zhang Jindong. Il numero uno del colosso cinese è ora chiamato a prendere una decisione difficile: accettare l’offerta degli inglesi o rispedirla al mittente e avviare nuove negoziazioni con altri soggetti interessati.
Il nodo resta il valore attribuito all’Inter: BC non supera i 750 milioni
La proposta finale di BC Partners, secondo rumors accreditati, comprenderebbe le garanzie e gli aggiustamenti decisi durante le numerose discussioni avute con i manager di Suning e l’advisor di quest’ultimo, la banca d’affari americana Goldman Sachs. Ora resta da capire come il colosso cinese guidato dalla famiglia Zhang valuterà la struttura e il valore economico della proposta. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, l’offerta sarebbe per un’ampia maggioranza quasi totalitaria.
Nel corso degli incontri (avvenuti soprattutto in video conferenza) delle ultime settimane il fondo inglese avrebbe indicato un valore complessivo dell’Inter pari a 750 milioni di euro, compreso il debito di oltre 400 milioni. Secondo gli amministratori di Bc, sarebbe questa la cifra giusta per acquisire una società come l’Inter. Una valutazione che non sembrava combaciare con quella attribuita al club dagli attuali proprietari, inizialmente propensi a non accettare offerte inferiori ai 900-950 milioni comprensivi dei debiti.
E’ dunque ragionevole pensare che il fondo di private equity non si sia allontanato troppo da questa valutazione nel formulare la proposta formale. Dopo l’acquisizione delle azioni del club, l’Inter avrà bisogno infatti di un aumento di capitale di almeno 200 milioni di euro da completare entro la fine del 2021 per garantire i flussi di cassa necessari a coprire le spese correnti della società e le relative esigenze finanziarie (stipendi, interessi sulle obbligazioni, rate dei giocatori acquistati).
Suning si guarda intorno: c’è il gruppo americano Fortress
Quindi a una valutazione troppo alta dell’Inter, il fondo non riuscirebbe a fare un’operazione sostenibile. Nel frattempo, scaduta l’esclusiva con BC Partners venerdì scorso, Suning ha iniziato a prendere i primi contatti esplorativi con altri soggetti interessati all’acquisto del club: in prima fila, come riportato da alcuni organi d’informazione nei giorni scorsi, c’è una cordata composta dal gruppo americano Fortress e dal fondo sovrano Mubadala. Ad aver chiesto di esaminare il dossier anche il fondo scandinavo Eqt. Nessuno di questi soggetti ha però ancora iniziato una due diligence vera e propria. Il problema è soprattutto la tempistica: se il gruppo cinese non riuscirà a fare fronte alle impellenti necessità economiche dell’Inter nelle prossime settimane, trovare un partner finanziario in un tempo relativamente breve diventerà obbligatorio.