Giorgio Chiellini si confessa. In un’intervista rilasciata al periodico francese SO FOOT, il trentaseienne difensore della Juventus racconta alcuni momenti della sua carriera tra aneddoti e ricordi del passato:

E’ vero che da giovane avresti potuto andare all’estero?

“Avevo 16 anni, giocavo in serie C nel Livorno e l’Arsenal mi offrì 200 milioni di lire a stagione. Sono stato un folle a declinare quella proposta. Non mi sentivo pronto nemmeno quando mi chiesero di firmare per l’Inter; non volevo andare da nessuna parte né tradire Livorno”.

Da difensore, cos’è che ti dà più emozione nel corso di una gara? Ricordi qualche episodio in particolare?

“Mi fa molto piacere vincere un duello. Quando riesco a bloccare un tiro pericoloso o salvare un gol, ho una scarica di adrenalina. È una gioia diversa dal segnare, non è paragonabile, ma quei salvataggi in partite importanti li ho ancora dentro di me. Ad esempio, il mio gol segnato contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League mi ha dato molta meno soddisfazione di aver impedito a Harry Kane di segnare all’89′. Quella partita contro il Tottenham (nel 2018) fu ricca di emozioni e molto combattuta. Dopo aver salvato la nostra porta ci fu anche l’abbraccio con Gigi Buffon e Barzagli, un istante che resta scolpito nella mia mente”.

C’è un avversario tra i tanti per cui senti di nutrire una stima particolare?

Chiellini in proposito non ha alcun dubbio:Zlatan Ibrahimovic è senz’altro il mio miglior nemico. Lo stimo molto, tra noi c’è un rispetto reciproco. Eravamo compagni di squadra, nella mia prima stagione alla Juve; non ho mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro di fronte a lui. Aveva già una forza fisica fuori dal comune. Dopodiché è diventato il ‘nemico assoluto’ quando è passato all’Inter, poi semplice ‘avversario’ al Milan o in Nazionale. Il migliore nemico della mia carriera è Ibrahimovic, senza dubbio”.

Come ti prepari dal punto di vista mentale prima di affrontare gli attaccanti avversari?

“Per vincere i duelli con gli attaccanti bisogna essere pessimisti e prevedere il peggio. È il prezzo riservato ai giocatori normali’ come me o come Barzagli, per esempio. Attenzione, voglio chiarire un concetto: Andrea è stato un grandissimo difensore, ma nè lui nè io abbiamo le qualità del fuoriclasse come Sergio Ramos o Virgil van Dijk. Giocatori del genere non hanno bisogno di prepararsi in modo particolare, visto che quasi sempre partono in posizione di forza sugli avversari. Ho una sorta di sdoppiamento della personalità: nella vita di tutti i giorni sono piuttosto timido e riservato, ma in campo sarei capace di tutto pur di vincere”.

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