La partita dei diritti tv non è ancora chiusa. L’assemblea di Lega di serie A in programma oggi che avrebbe dovuto assegnare i diritti del triennio 2021-2024 ha subito un rinvio. I club di serie A hanno bisogno di ancora qualche ora di tempo per prendere una decisione.
Resta con il fiato sospeso Dazn che dopo due anni di apprendistato ha messo sul piatto una proposta da dentro o fuori, un’offerta che alla luce dell’attuale congiuntura economica sarebbe difficile da rifiutare: 840 milioni a stagione. Con la possibilità da parte della Lega di arrivare a incassarne fino a 910, ossia poco meno di quanto non sia garantito oggi.
Dazn punta al bersaglio grosso: l’offerta è per 7 partite
Più di qualche presidente vorrebbe prendere ulteriore tempo; il problema è che il 16 febbraio, ossia tra una settimana, scade il termine per pagare gli stipendi (al netto di accordi diversi depositati) e molte società sono con l’acqua alla gola, con la fine della stagione lontanissima e una liquidità ridotta all’osso. Per questo il partito di chi spinge per chiudere è forte: se l’offerta da 840 milioni fosse accettata, Dazn potrebbe trasmettere in esclusiva 7 partite a settimane, più le altre 3 in coabitazione. Quelle per cui Sky offre 70 milioni, portando appunto il totale a 910. Dazn, secondo indiscrezioni dei soliti ben informati, sarebbe garantita da un accordo blindato con Tim: di qui anche la sorprendente e improvvisa disponibilità economica. Tutto lascia pensare che Sky, dopo ben diciotto anni di quasi monopolio, possa passare in secondo piano.
Molti presidenti sono scettici sul passaggio da Sky a Dazn
Il timore di qualche società è che il passaggio da Sky a Dazn si trasformi in un salto nel vuoto; non si tratterebbe solo di cambiare cliente dopo quasi 20 anni, ma vorrebbe dire spostare oltre quattro milioni e mezzo di abbonati non solo su una nuova piattaforma, ma su un nuovo sistema di trasmissione, la app.
Sullo sfondo, resta il canale della Lega, a cui una piccola delegazione incaricata dal presidente Dal Pino ha già iniziato a lavorare.
Ancora aperta la trattativa con il consorzio Cvc-Advent-Fsi
Il canale in proprio resta un’opzione più verosimile nel caso di ingresso dei fondi di investimento in una media company con la Lega. Il problema è che anche nel gruppo Cvc, Advent e Fsi le certezze iniziano a scricchiolare: era stato garantito al gruppo che il “sì” al preliminare (detto term sheet) sarebbe arrivato prima di assegnare i diritti tv. E’ probabile però che almeno fino a giovedì, quando finalmente il term sheet dovrebbe andare al voto, il consorzio aspetterà. Un ulteriore rinvio, però, a quel punto sarebbe forse fatale.