Gabriele Gravina parla già da presidente rieletto della Federcalcio. L’attuale numero uno del calcio italiano, a meno di un clamoroso e ad oggi improbabile ribaltamento dei pronostici, nell’assemblea elettiva in programma lunedì 22 febbraio verrà confermato alla guida della Figc. Il suo sfidante, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, non avrebbe raccolto i consensi necessari a vincere la sfida elettorale.

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Gravina illustra i successi ottenuti finora proiettandosi sui progetti futuri:

“In un contesto drammatico come quello della pandemia, siamo riusciti a ripartire mettendo in gioco oltre 40 milioni di euro per aiutare le realtà più fragili del sistema”.

Gravina boccia la Superlega: “Sono contrario; bene invece la Super Champions”

Il numero uno di via Allegri mette al centro del suo programma tre punti chiave: riforma dei campionati, giovani e infrastrutture. Sul primo bisognerà fare i conti con il fantasma, sempre più incombente, della Superlega: “Sono assolutamente contrario a questo disegno – ribadisce con forza -. Il radicamento e la territorialità del nostro mondo devono essere salvaguardati”. Diverso il discorso relativo alla futura Super Champions a cui la Uefa sta lavorando da tempo: “Dovrà essere un fattore di sviluppo per tutti allontanando definitivamente l’idea della Superlega”. Gravina non teme che un ampliamento delle competizioni internazionali andrà a scapito dei tornei nazionali: “La Uefa non ha alcuna intenzione di mortificare le competizioni nazionali, si troverà una soluzione che armonizzi la crescita del calcio italiano ed europeo”.

Gravina e la riforma dei campionati: “Serie A a 18, due gironi di B”

Per fare questo però è ormai indifferibile la riforma dei campionati, in primis quello di serie A: “Penso a una riforma da un punto di vista qualitativo, non quantitativo. Che riguardi tutto il sistema. Ci sono – spiega Gravina – turnover troppo alti. In serie B a ogni stagione cambia il 40% delle squadre. Una retrocessa dalla A alla B non ce la fa, non basta il paracadute. E allora si deve agire sulla redistribuzione delle risorse e della flessibilità degli emolumenti. La soluzione potrebbe essere quella di due gironi di B, in verticale, non orizzontale”. Sul tema ingaggi, Gravina ammette di non poter intervenire: “Non c’è federazione al mondo che possa tagliare gli stipendi. Parliamo di un’economia di mercato. L’interlocuzione con l’Aic ha trovato terreno fertile. E il tema deve andare di pari passo con dei meccanismi di controllo sul sistema”.

Il presidente Figc blinda Mancini: “Con noi fino al 2022”

C’è poi il tema dell’emergenza legata alla pandemia; per trovare soluzioni accettabili, Gravina si è interfacciato spesso con il Cts. “Il confronto che abbiamo avuto è stato molto positivo. Stiamo lavorando sull’ipotesi di avere all’Olimpico, per gli Europei, una buona percentuale di pubblico. Abbiamo apprezzato la loro disponibilità e soprattutto la loro consapevolezza del valore del calcio nel nostro Paese”.

Infine, a proposito degli Europei, l’Italia è tra le protagoniste più attese: “La Nazionale ha riacquistato consensi grazie a Mancini, ma anche a tutto il Club Italia, sempre più vicino all’idea organizzativa di un club”. E sul futuro del c.t. Gravina ribadisce: “Abbiamo un bellissimo rapporto, ci confrontiamo spesso, lo faremo anche in tempi brevi. Lui ha un contratto fino al 31 dicembre 2022; se arrivasse una proposta da un grande club non potremmo essere concorrenziali. Ma sono certo che Roberto ci porterà al Mondiale e stiamo lavorando perchè rimanga anche dopo”.

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