La Juventus perde il primo round. Nell’andata degli ottavi di Champions League i bianconeri escono sconfitti 2-1 dal Do Dragao di Oporto. Gara indirizzata dall’errore clamoroso di Bentancour al 1’ che regala il gol dell’1-0 all’iraniano Taremi; in apertura di ripresa il raddoppio del Porto con il bomber Marega vale un’ipoteca sui quarti. Ma all’82’ arriva provvidenziale l’acuto di Federico Chiesa che riapre il discorso qualificazione.

Il campanello d’allarme suonato con insistenza al Maradona non è stato ascoltato a sufficienza in casa Juve. Contro i Dragoni biancocelesti la squadra di Pirlo ha offerto forse la peggior prestazione stagionale; sterile, distratta e inconsistente in attacco con un irriconoscibile Cristiano Ronaldo e l’evanescente Morata.

Ci si mettono anche gli infortuni; l’ennesimo problema muscolare di Chiellini e le precarie condizioni di Morata complicano i piani del tecnico in vista del match di ritorno.

Pirlo spiega: “Il gol preso subito ha pesato sul morale dei ragazzi”

Ci si aspettava un’altra Juventus. Cos’è accaduto?

“L’approccio è diventato sbagliato dopo il primo minuto: quando prendi un gol così è normale venga un po’ di paura, ti mancano le sicurezze che non dovrebbero mai mancare in un ottavo di finale. I ragazzi si sono un po’ abbattuti, abbiamo preso un gol strano, poi si è messa in piedi la partita che volevano fare ed è diventata molto più difficile”.

È un problema mentale o c’è stata anche un po’ di stanchezza?

“La stanchezza dopo tante partite impegnative c’è, non è facile mantenere lo stesso ritmo, ma in un ottavo di finale non doveva succedere. Fortunatamente l’abbiamo rimessa in pista, adesso ci concentreremo sul ritorno”.

Come stanno De Ligt e Chiellini?

De Ligt ha avuto un crampo, Chiellini un risentimento al polpaccio. Morata non stava bene nemmeno prima della partita. Un po’ incerottati, ma dobbiamo cercare di recuperare”.

Quindi ha inserito Kulusevski perché Morata non stava bene?

“Morata non stava bene, è da qualche giorno che non è al meglio. È entrato al momento del bisogno, ma dopo la partita ha avuto uno svenimento, era un po’ al limite. La partita che dovevamo fare non era questa, peccato, perché avremmo potuto fare meglio”.

Perché non siete mai andati in profondità?

“L’avevamo preparata per attaccarla con gli attaccanti e con gli esterni, ma quando ricevi palla e la tocchi sempre tre o quattro volte perdi il tempo e loro riuscivano sempre a rientrare. Dovevamo essere più lucidi, c’era tanto spazio per allargare il gioco ma il movimento con la palla era troppo lento”.

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