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Serie A

E Gravina fu: rieletto il presidente Figc. “Ora le riforme”

Tutto secondo pronostici e copione ampiamente rispettato: Gabriele Gravina è stato rieletto alla guida della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Nell’assemblea elettiva svoltasi a Roma, il presidente uscente in carica dall’ottobre del 2018 ha stravinto la competizione elettorale con lo sfidante Cosimo Sibilia ottenendo una percentuale bulgara: 73.45% dei voti contro il 26,25% ottenuto dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti.

Il confermatissimo numero uno del calcio italiano (resterà in carica fino al 2024) ha subito ribadito che farà di tutto per realizzare le riforme necessarie a ricostruire il tessuto connettivo del gioco più amato dagli italiani. ‘La partita per il futuro’ è il titolo della sua nuova piattaforma programmatica che ha avuto l’endorsement di quasi tutte le componenti del sistema, ad eccezione della Lega Nazionale Dilettanti che ha invece votato per Sibilia e dell’Associazione Italiana Arbitri che ha preferito astenersi.

Gravina: “E’ arrivato il momento di allacciare gli scarpini”

Gravina sceglie frasi di grande impatto per rilanciare il suo programma: “Noi siamo il calcio, siamo quelli che sanno di rappresentare la passione di milioni di italiani e adesso è il tempo di allacciare gli scarpini e di iniziare a giocare”.

“Non potevamo fermarci, non dovevamo fermarci, non ci fermeremo. Questo è il mio primo ed unico pensiero. Potevamo essere un segnale positivo per gli italiani, abbiamo rappresentato un primo segnale di ripartenza dura e dolorosa e non ci siamo tirati indietro facendo sacrifici”.

Ha poi proseguito con una citazione del filosofo Seneca, aggiungendo: “Non è perche’ le cose sono difficili che non osiamo farle,  è perché non osiamo farle che diventano difficili. Il filosofo aveva ragione allora e ha ragione ancora oggi – ha detto ancora Gravina – forse abbiamo bisogno di tutta la sua saggezza, del suo pragmatismo per affrontare il secondo tempo della nostra partita per il futuro”.

La riforma per eccellenza: la Serie A da 20 a 18 club

E il futuro passa inevitabilmente dalla madre di tutte le riforme: quella dei campionati. In particolare, la riduzione da 20 a 18 squadre in serie A accompagnata dal taglio del numero dei club professionistici.

“Mi rendo perfettamente conto – ha aggiunto a tal proposito Gravina -, che da solo non sarò in grado di realizzare nessuno dei punti inseriti nel programma. Avrò bisogno dell’aiuto di tutte le componenti del nostro sistema per ridisegnare la struttura del pianeta calcio. Ma sappiate che non si può perdere altro tempo; l’alternativa del resto è il collasso dell’intero sistema”.

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