Hakan Çalhanoğlu è uno dei giocatori più chiacchierati degli ultimi mesi. Il motivo di questo interesse è da individuare nel difficile rinnovo contrattuale con il Milan, reso complicato anche dalla corte di altri clubs i quali sarebbero pronti ad investire in maniera pesante sul centrocampista turco. Una vicenda che sembra fatta apposta per insaporire le cronache sportive in vista del prossimo calciomercato.

Chi è Hakan Çalhanoğlu

Hakan Çalhanoğlu, nato a Mannheim (Germania) l’8 febbraio del 1994, è un centrocampista offensivo dotato di tecnica, estro e tiro dalla media distanza, che sfrutta in particolare sui calci di punizione. Doti che gli hanno permesso di affermarsi prima nella Bundesliga e poi in Serie A, anche grazie ad una buona costanza di rendimento.

La sua carriera

Hakan Çalhanoğlu ha iniziato la sua carriera con il Karlsruhe, in Germania, ove ha esordito nella seconda divisione tedesca.
Passato nelle file dell’Amburgo, ha esordito nel maggior torneo tedesco nell’agosto del 2013, diventando presto uno dei maggiori punti di forza del team anseatico. Tanto da spingere il Bayer Leverkusen ad investire 14,5 milioni di euro pur di assicurarsene il cartellino. Un investimento ripagato da tre ottime annate, condite da 17 reti, tali da metterlo in evidenza come uno dei migliori prospetti della Bundesliga.
Nell’estate del 2017 è stato quindi il Milan a decidere di acquistarlo, in cambio di 22 milioni di euro. Dopo alcuni mesi complicati dalla confusione tecnica della squadra, Çalhanoğlu ha notevolmente alzato il suo rendimento, dimostrando di meritare la quotazione di cui era accreditato all’arrivo a Milano.

Quanto guadagna Çalhanoğlu?

Hakan Çalhanoğlu guadagna 2,5 milioni di euro netti a stagione. Uno stipendio il quale sarà ritoccato in maniera sensibile, sia che rimanga al Milan oppure che passi ad una delle società che hanno mostrato il loro interesse negli ultimi mesi.

La sua vita privata

Hakan Çalhanoğlu è sposato con la connazionale Sinem, dalla quale ha avuto una figlia, Liya. Una relazione entrata in crisi nel 2019, per poi ricomporsi nei mesi successivi.

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