La tempesta del Covid 19 si è abbattuta con crescente violenza e impeto su tutti i settori dell’economia, che sia la ristorazione, il turismo, il gambling, i trasporti. Tutti coinvolti, anche il mondo dello sport, che tra campionati e manifestazioni bloccate, impianti chiusi e atleti positivi sta faticando tuttora a ripartire in maniera chiara e decisa.

Per questo il mondo del calcio italiano è tornato ad alzare la voce e a chiedere al governo aiuti e ristori mirati. “La soglia del 35 % di contagiati mette al riparo dalle opinioni difformi delle ASL. Il virus non intaccherà da ora in avanti la regolarità del campionato – ha provato a tranquillizzare il presidente della FIGC Gabriele Gravina in una recente intervista a Il Corriere dello Sportil calcio traina l’economia e coinvolge dodici settori differenti, oltre a valere una grossa fetta del Pil. Merita la stessa dignità di cinema e teatro. Il Covid ha causato un miliardo di danno, basta accordarsi sulle modalità di recupero“. La pandemia è infatti arrivata nel vivo di una crisi finanziaria per il mondo del calcio, con debiti crescenti e società in difficoltà e le perdite sfiorano ora i 4 miliardi di euro.

Non si può lasciare indietro un settore prolifico e ricco come quello dello sport – spiega Massimiliano Riverso, direttore di Gaming Insidertroppo spesso si pensa che il calcio sia un palazzo dorato, un paradiso economico, ma non è così: servono sostegni e aiuti per farlo ripartire”.

E che il calcio incida notevolmente sulla vita economica di un paese lo dimostra l’esempio inglese della Premier League. Uno studio di EY dimostra infatti che il campionato di calcio abbia contribuito per 7,6 miliardi di sterline, vale a dire 9 miliardi di euro, sull’economia del Regno Unito durante la stagione 2019/2020, quella tra l’altro intaccata dalla pandemia dal momento che è stata sospesa per tre mesi. Il calcio genera in Inghilterra 94 mila posti di lavoro in tutta la nazione, con un aumento del 650% se si pensa che nel 1998 erano appena 11 mila e nel 2019 si è arrivati a toccare quota 87 mila.

Anche l’Italia prova a premere sull’acceleratore: nel nostro campionato è impazzato il calciomercato, le società provano a riaprire gli impianti, ripartono le notti europee. “Ma non può bastare per rimettere seriamente in moto il settore – conclude Riverso di Gaming Insider – serve un impegno concreto dalla politica e dalle istituzioni per tutelare i tifosi, ma soprattutto i lavoratori e gli investitori di questo settore”.

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