Le app per la salute e il fitness sono ormai diventate strumenti indispensabili nella vita quotidiana per molti di noi: le utilizziamo per andare a correre, per monitorare i passi giornalieri o per tenere sotto controllo il ciclo mestruale. Tuttavia, non tutti sanno che queste app possono rappresentare anche una notevole minaccia per i nostri dati.
Recentemente, sono state scoperte delle divulgazioni di informazioni sensibili riguardanti in particolar modo la posizione degli utenti. Inoltre, alcune app per la salute sono state sorprese a diffondere adware, mettendo ulteriormente a rischio la nostra sicurezza, quindi è importante utilizzare anche un ad blocker.
All’interno di questo articolo vedremo in modo più approfondito come le applicazioni per la salute e per il fitness possono mettere a rischio la nostra privacy. Analizzeremo, inoltre, alcuni metodi efficaci per difendersi.
In che modo le app per la salute e il fitness mettono a rischio la tua privacy?
Le app di salute mobile, o mHealth, sono diventate sempre più popolari, tanto che su Google Play sono presenti oltre 2,8 milioni di applicazioni di questo genere, mentre su Apple Store se ne trovano 1,96 milioni.
Quasi 100 mila di esse appartengono alle categorie medicina, salute e fitness, e sono utilizzate per gestire le proprie condizioni fisiche, monitorare l’allenamento, contare i passi, calcolare le calorie e persino tenere sotto controllo il ciclo mestruale.
Questi strumenti raccolgono dati sensibili sulla salute degli utenti, tuttavia, spesso i loro sviluppatori non rispettano la privacy dei dati. Sono avvenute, infatti, diverse violazioni che hanno impedito ai fruitori delle varie applicazioni di fare scelte informate sui dati raccolti.
I ricercatori di uno studio del The British Medical Journal hanno analizzato oltre 15.000 app mHealth gratuite sul Google Play Store e le hanno confrontate con oltre 8.000 app non sanitarie al fine di valutarne le pratiche adottate riguardo la privacy.
Le analisi hanno scoperto che, sebbene le app mHealth raccolgano meno dati utente rispetto ad altre app mobile, l’88% di esse poteva accedere e potenzialmente condividere i dati personali.
Ad esempio, molte di queste applicazioni potevano raccogliere identificatori pubblicitari, indirizzi e-mail e informazioni sulla geo localizzazione tramite il ripetitore del telefono cellulare. Solo il 4% delle app mHealth trasmetteva effettivamente dati, ma i ricercatori ritengono che questa percentuale rappresenti comunque un limite inferiore alle reali trasmissioni effettuate dai vari servizi.
Gli analisti affermano che ci sono gravi preoccupazioni riguardo alla privacy e alla coerenza delle pratiche di trattamento dei dati nelle app mHealth, e consigliano ai medici di informare i propri pazienti sui vantaggi e i rischi legati all’utilizzo di questi servizi.
I dati raccolti finiscono spesso, infatti, nelle mani di terze parti come inserzionisti, fornitori di analisi e addetti al monitoraggio.
Un noto caso è quello avvenuto nel 2018, quando l’applicazione MyFitnessPal di Under Armour è stata compromessa, esponendo le credenziali di accesso, come nomi utente e password, insieme agli indirizzi e-mail di oltre 150 milioni di utenti.
Nello stesso anno, durante le vacanze estive, uno studente di un college australiano ha scoperto una vulnerabilità nella sicurezza dell’app per il fitness Strava. Questo ha portato alla divulgazione di dati utente dettagliati, tra i quali si trovava anche la posizione di alcune basi militari degli Stati Uniti situate in aree di conflitto in tutto il Mondo.
Come difendersi da queste situazioni?
Un modo efficace per tutelare la propria privacy durante l’utilizzo delle applicazioni per la salute e il fitness è quello di utilizzare una Virtual Private Network (VPN). Una VPN, infatti, cripta i dati inviati dal tuo dispositivo, rendendoli illeggibili a occhi indesiderati. Questo significa che, anche se un’app riuscisse a raccogliere delle informazioni sulla tua posizione, esse sarebbero nascoste, in quanto il tuo dispositivo risulta connesso a una VPN.
Oltre a questo, ci sono altre misure che si possono adottare per proteggere la propria privacy.
Prima di tutto, è fondamentale leggere attentamente le politiche sulla privacy delle app prima di scaricarle e utilizzarle. Queste politiche dovrebbero illustrare chiaramente come e perché vengono raccolti i tuoi dati, e soprattutto come vengono utilizzati.
Inoltre, potrebbe essere utile disattivare i servizi di localizzazione nel momento in cui non sono necessari. Molte app, infatti, raccolgono dati sulla tua posizione, anche quando non le stai effettivamente utilizzando. Disabilitando questa funzionalità, potrai limitare la quantità di dati raccolti a tua insaputa.
Conclusione
In conclusione, la protezione della nostra privacy digitale è diventata una necessità in un mondo sempre più connesso. L’uso di una VPN e di pratiche di sicurezza consapevoli, come la disattivazione dei servizi di localizzazione e la lettura attenta delle politiche di trattamento dei dati, possono fornire un livello significativo di protezione. Ricorda che la tua privacy è preziosa e cerca di fare ogni sforzo possibile per tutelarla.