Ranieri, il leader silenzioso: perché le sue squadre riescono sempre a superare le aspettative

Claudio Ranieri è un leader silenzioso, uno che conosce la politica del lavoro e non è mai andato sopra le righe. Le sue squadre sono sempre riuscite a superare le aspettative, sorprendendo i tifosi che di volta in volta non si aspettavano di fare così bene. Eppure la stagione era iniziata veramente male per il Cagliari, squadra di cui oggi è il mister. Nelle prime nove partite il tecnico testaccino era riuscito a raccogliere appena 3 punti con 6 sconfitte e 3 pareggi, con ben 21 reti subite. E tutto sembrava andare per il peggio anche ieri quando all’inizio del primo tempo la sua squadra stava perdendo per 3-0 contro il Frosinone, affossato dalla doppietta di Matias Soulé e dal gol di Marco Brescianini.
Sembrava una giornata maledetta, ancora una volta quest’anno, perché al minuto numero 30 c’era stata anche la possibilità di pareggiare con Mancosu che si divorava un gol calciando direttamente dal dischetto, non riuscendo a scartare un regalo di Romagnoli che aveva permesso al Cagliari di tirare un calcio di rigore. Al minuto 72, quando tutto sembrava finito, i rossoblù però erano in grado di riaprire il match con una rete di Oristanio. Makoumbou siglava il pareggio al minuto 76 per un match che sembrava destinato a diventare l’ennesimo rimorso di una stagione sfortunata. Tra i minuti 94 e 96 però cambiava ancora tutto con Leonardo Pavoletti che regalava il sorriso a Claudio Ranieri e a tutti i tifosi accorsi allo stadio.
Claudio Ranieri, il leader silenzioso partito dal basso
La carriera di Claudio Ranieri come calciatore era stata normale, da libero si era diviso tra Catanzaro, Catania e Palermo dopo che la Roma che lo aveva cresciuto non aveva creduto sufficientemente in lui. Il leader silenzioso era partito dal basso anche da allenatore, stupendo però al Vigor Lamezia che gli aveva permesso dalle Interregionali di guadagnarsi la Serie C1 dove l’aveva voluto la Campania Puteolana. Nei tre anni successivi era riuscito a conquistarsi la Serie A con una doppia promozione incredibile alla guida del Cagliari. Una rincorsa che l’aveva portato a Napoli dove le cose però non erano andate benissimo con un esonero arrivato a novembre del 1992 all’inizio della seconda stagione con gli azzurri.
Ranieri era tornato in basso per risalire ancora, prendendo la Fiorentina in Serie B per riportarla in A con tre stagioni di buon calcio e con la voglia di dimostrare di avere le carte in regola per allenare una grande. E il top club era arrivato, quando dalla Liga l’aveva chiamato il Valencia e quando presa in mano la squadra da Jorge Valdano aveva costruito quel mostro che aveva permesso a Hector Cuper di centrare due finali di Champions League consecutive senza però riuscirla a vincere.
Subito dopo c’era stato l’Atletico Madrid, ma le cose non erano andate altrettanto bene e l’avventura era durata metà stagione fino all’esonero a marzo. I quattro anni successivi al Chelsea preparavano terreno fertile per uno dei migliori periodi del club londinese, quello che avrebbe portato alle vittorie di José Mourinhob regalando vittorie indimenticabili come quella del Bernabeu con la standing ovation ad Alex Del Piero e centrando un terzo e un secondo posto. Da lì era arrivata la Roma e uno Scudetto solo sfiorato e perso in casa contro la Samp di Pazzini. Il resto è storia più recente con Inter, Monaco, Nantes, Fulham, Roma, Sampdoria Watford e proprio