Il West Ham United di David Moyes può stupire quest’anno?

La squadra inglese è reduce da un’annata chiusa in trionfo con la vittoria della Conference League e ripartita con serie ambizioni di provare in qualche modo a replicare quel genere di soddisfazione: riuscirci però non sarà semplice, nonostante David Moyes sembra avere le idee chiare
Il West Ham al termine della passata stagione è riuscito lì dove aveva sempre fallito nei decenni precedenti, seppur conquistando una coppa Europa giunta soltanto alla sua seconda edizione: la vittoria in Conference League in finale contro la Fiorentina è stata la ciliegina su una torta resa decisamente ricca da David Moyes – una delle ragioni del successo degli Hammers la scorsa primavera. Dopo quella cavalcata trionfale, l’obiettivo è quello sicuramente di alzare l’asticella e di puntare a ottenere le stesse soddisfazioni anche in Europa League – impresa tutt’altro che scontata in una competizione in cui il livello delle avversarie è decisamente più alto, come sa bene Betway. L’avvio di stagione del West Ham è stato in parte sorprendente, con 7 vittorie nelle prime 10 gare per poi rallentare parzialmente – senza perdere però la spinta. Come ha raccontato lo stesso David Moyes a Betway, sono tanti gli aspetti su cui gli inglesi dovranno concentrarsi nelle prossime settimane per provare a mantenere fede ad aspettative di un certo livello.
L’approccio alla partita del West Ham e la capacità di cambiare a gara in corso
Uno dei passaggi chiave del pensiero dell’allenatore degli Hammers è legato al modo di affrontare gli avversari, a prescindere dal loro peso tecnico e tattico: “Noi vorremmo essere una squadra che fa molto possesso palla ma, come si può vedere, non sempre questo fattore ti garantisce la vittoria”, spiega in un mondo del calcio che guarda con grande attenzione a progetti tattici vincenti come quello del Brighton di De Zerbi. L’equazione però non è scontata, anzi: riuscire a essere efficaci con il pallone tra i piedi richiede enorme predisposizione. “Piuttosto che essere riconosciuto come un tecnico che fa tanto possesso palla vorrei, più di ogni altra cosa, essere un manager vincente. Credo che il possesso spesso porti a buoni risultati ed è un aspetto su cui lavoreremo per migliorare: siamo consapevoli di dover fare meglio sotto questo aspetto”. Vista l’indole e le caratteristiche dei propri giocatori, gli inglesi non si sono mai fatti grandi problemi nel giocare la palla in avanti, nell’essere “verticali” (che spesso vuol dire spazzare in avanti sperando che qualcuno dei nostri la prenda) ed evitare fronzoli. Per diversi mesi ha funzionato, ora?
La chiave è Lucas Paquetà: un ruolo diverso da quello interpretato da tutti gli altri
Una possibile variazione sul tema e sullo spartito classico proposta dal West Ham passa ovviamente dalle doti tecniche dei singoli e nessuno sembra rispondere alla “chiamata alle armi” meglio di Lucas Paquetà – giocatore unico nel suo genere, di cui Moyes non può fare a meno: “Lucas è stato molto bravo: ci ha messo probabilmente sei, sette, otto mesi per ambientarsi e abituarsi alla Premier League, ma ha poi fatto benissimo nella seconda parte della stagione. Dopo la Coppa del Mondo ha compiuto un salto di qualità e credo abbia capito come adattarsi all’intensità del campionato”. Non solo, aggiungiamo noi: con il suo arretramento, il brasiliano è riuscito a entrare ancora di più nel vivo del gioco (cosa che ai trequartisti capita meno spesso, viste le evoluzioni del calcio moderno). Prosegue poi sempre Moyes: “Ha mostrato tante caratteristiche diverse, ha un’abilità incredibile con la palla, personalità: siamo felici che sia con noi. Sta diventando un uomo squadra a tutti gli effetti ed è un ragazzo che lavora duramente e si impegna a fondo; la sua energia e il suo impegno per la squadra sono impressionanti, così come la sua voglia di vincere”. Insomma: il potenziale cambiamento di impostazione passa da Paquetà.
Quali obiettivi fissare in questa stagione? Meglio non rischiare di puntare troppo in alto
La vittoria dello scorso anno e l’aggiunta di talenti di primo livello nella sessione di mercato estiva ha dunque fatto salire inevitabilmente l’attenzione e la “pressione” sulla panchina del West Ham, che dovrà cercare in tutti i modi di accontentare una piazza che – una volta assaggiato il sapore della vittoria – non vuole di certo farsi sfuggire l’occasione di riprovare quel genere di emozioni: “In qualità di manager punto a tutto: non si può dare la priorità a nessuna competizione”, chiosa Moyes provando il più possibile ad allargare lo spettro di opportunità dei suoi ragazzi. “Si può programmare di vincere un determinato trofeo, ma dipende anche dal sorteggio. Credo che le competizioni europee di quest’anno siano molto più difficili di quelle di due anni fa, ci sono anche club inglesi del calibro di Liverpool e Brighton. È difficile immaginare una Champions League senza il Liverpool dato che si tratta di un club ai massimi livelli: la qualità delle squadre che arrivano alle semifinali delle competizioni è elevatissima”. Meglio mettere un po’ le mani avanti dunque, per evitare delle irrealistiche illusioni. Anche se, come accaduto qualche mese fa proprio al West Ham, i sogni qualche volta possono diventare realtà.